Epoca: | 1968 | Misure: | Misure pagina con disegno e dedica H 30 x L 27,5 cm | |
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"Dalì - De Draeger" catalogo di Max Gérard del 1968.
Il catalogo ha un disegno di Don Chisciotte, dedica sulla carta di guardia (sguardia), regalo dell'artista catalano Salvador Dalì (Figueras 1904 - 1989).
"Ogni mattina, svegliandomi, sperimento un piacere supremo che oggi scopro per la prima volta: quello di essere Salvador Dalì, e mi domando, colmo di meraviglia, cosa farà ancora di prodigioso oggi questo Salvador Dalì. E ogni giorno mi è più difficile capire come gli altri possano vivere senza essere Gala o Salvador Dalì".
Catalano assetato d’oro e di gloria, Dalì ha dipinto molto e molto ha parlato. Il suo argomento preferito: come si diventa un genio. La sua conclusione:«Oh, Salvador, ora lo sai, se giochi a fare il genio, lo diventi!».
Il gusto per la provocazione, il carattere eccessivo, la ricerca del paradosso e l’esasperato egocentrismo hanno reso Salvador Dalì una figura molto nota al grande pubblico. Questi elementi hanno contribuito a trasformare un grande artista - dotato di una fervida intelligenza creativa e di una profonda conoscenza della storia delle arti, dei maestri del passato e delle ricerche letterarie del proprio tempo – in un mito, che ancora oggi suscita grande curiosità.
Tuttavia il suo continuo esporsi come “genio” assoluto dell’arte, alla critica e al giudizio del pubblico, ha dato l’impressione di poter comprendere appieno la sua opera e di potersi addentrare con facilità nel suo pensiero. In realtà tutta la sua vasta produzione fa emergere una personalità molto complessa.
Come il suo connazionale Picasso, Dalì nella sua lunga carriera sperimenterà diversi linguaggi espressivi, si allontanerà anche dalla pittura per avvicinarsi al cinema, al teatro, alla fotografia e perfino alla performance.
"All’età di sei anni volevo diventare cuoco. A sette volevo essere Napoleone. E la mia ambizione è andata costantemente crescendo sin da allora"
La vita e l’opera di Dalì sono intrecciate in maniera indissolubili, infatti molti avvenimenti della vita dell’artista si rifletterono sulle sue creazioni, e molti quadri possono essere compresi soltanto sulla base degli eventi che hanno segnato la sua vita.
A sei anni dipinge la sua prima tela. Poi, a dieci anni, riceve la sua prima lezione di disegno, sotto la guida del famoso pittore impressionista Ramòn Pichot (1872 – 1925).Dirà in seguito di essere stato influenzato dalle opere di Pichot, che rappresentarono il suo primo contatto con una corrente artistica non accademica, concentrata sulla realtà del proprio tempo. A quattordici anni scopre i pompiers, a ventidue il cubismo e a ventiquattro è già Dalì convinto di esser stato chiamato Salvador perché destinato ad essere il “salvatore” della pittura minacciata di morte dall’arte astratta, dal surrealismo accademico, dal dadaismo in generale, da tutti gli ismi anarchici. A venticinque anni già conquista la critica, fa affari con i galleristi e colleziona scandali.
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