Epoca: | Primi '900 | Misure: | In cornice L 145 x H 130 x P 12 / Tavola H 103 x L 119 cm | |
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Olio su tavola, di Giuseppe Amisani, "Le Bagnanti", Primi del '900
Bellissimio dipinto di importanti dimensioni ad olio del pittore italiano Giuseppe Amisani. Con cornice dorata ed intagliata
La figura principale del dipinto si ispira e puo' essere ricondotta al soggetto femminile presente nell'opera di Tintoretto "Susanna e i Vecchioni", del '500. (Foto nella Galleria).
Il pittore raffiugura un soggetto tipico dei grandi artisti dell'epoca che va dall'800 al '900. Le donne, infatti, venivano colte dal pittore e dallo spettatore nel momento di una naturale e disarmata spudoratezza, mentre, come adepte del venereo culto, vivevano in completa libertà la propria natura. Nell’impianto compositivo, che mostra palesemente l’ascendenza dal classicismo cinquecentesco, Amisani riesce ad offrire uno sguardo indiscreto di grande modernità, aggiungendo al clima vagamente mitico di una visione atemporale della donna nel contesto della natura, un senso di fresca contemplazione della bellezza calata nel presente, nell’idealizzazione dell’eterno femminino.
Misure: In cornice L 145 x H 130 x P 12 / Tavola H 103 x L 119 cm
Giuseppe Amisani nacque a Mede Lomellina il 7 dicembre 1881.
All’età di quattordici anni si iscrisse all’Accademia di Milano sotto la guida del maestro Cesare Tallone.
Esordì nel 1900 con il dipinto Cleopatra lussuriosa con il quale subì il biasimo dei vecchi maestri essendosi notevolmente distaccato dalla tradizione.
Dopo anni di silenzio, trascorsi nel paese natale, nel 1908 vinse il premio Mylius con l’opera Eroe.
Pur essendosi dedicato quasi esclusivamente ai ritratti, divenne abile paesaggista grazie ai numerosi viaggi intrapresi in Inghilterra, Africa settentrionale, Francia e Isola di Rodi.
“Davanti al modello, davanti alla natura era sempre acceso dalla stessa passione del colore, da una specie di necessità ideale che lo spingeva a fissare l’apparizione di un minuto. La sentiva sfuggire o trasmutare davanti agli occhi; si metteva in gara col tempo, col buio che la oscurava, sembrandogli questo un modo di ringraziare Dio che aveva fatto il mondo così bello ” (Raffaele Calzini in Maestri del colore, Istituto Italiano d’Arti grafiche Editore, Bergamo, 1942).
Partecipò a numerose esposizioni negli anni a Roma, Venezia, Milano, Buenos Aires, San Paolo del Brasile, al Cairo e londra.
Nel 1912 ottenne il Premio Fumagalli per il ritratto di Lydia Borelli.
Nel 1922 alla Primaverile Fiorentina gli fu assegnato il premio Città di Firenze.
Tra il 1924 e il 1925 eseguì 10 quadri con soggetti egiziani per il Re Fuad.
Nel 1930 fu molto ammirato all’Internazionale veneziana il suo Autoritratto, attualmente nella collezione degli Uffizi.
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